Caro Pastore Cavallo,
sapevamo qui tutti della situazione determinatasi nella Chiesa Cristiana Protestante in Milano da diversi mesi, pur nella situazione di silenzio – riteniamo complice – della chiesa cattolica ambrosiana e di quella valdese, ci riferiamo in primis a livello istituzionale. Diversi sono gli interessi in gioco: da quelli diplomatici con la madre patria dell’attuale pontefice, ai dialoghi bilaterali luterano-cattolici, fermi sostanzialmente dal 2000, agli interessi spiccioli da parte dei calvinisti milanesi e non, che si pongono sotto il nobile nome di Valdo, ma di cui non condividono certo lo Spirito delle origini… Per quest’ultimi è molto meglio infatti occuparsi del Centro Melantone in Facoltà a Roma, alle necessità finanziarie dei loro ospedali coperte anche dalla ELKI (i luterani in Italia), alle sorti della casa editrice Claudiana e dei relativi soci della “santa alleanza protestante” (sigh!), ai finanziamenti provenienti dagli enti ecclesiastici dei vari Laender, che – come sa bene – non sono affatto riformati. Cioè affini alle sue scelte teologiche di fondo.
E’ stato sempre così del resto in via Marco de Marchi, nel tempio costruito in stile gotico-lombardo nel 1864 da riformati svizzeri. I migliori pastori della CCPM sono stati messi alla porta allorquando nel dopoguerra non sono risultati più graditi alla nuova maggioranza luterana tedesca, che detta legge. Soprattutto col denaro e le pressioni dirette e indirette anche attraverso il Decano di turno. Ne so qualcosa personalmente come candidato alla formazione pastorale circa 10 anni fa. La ricca borghesia germanica e il corpo pastorale che la esprime mantengono inossidabile il controllo ecclesiastico: tenga presente che da quella porta che domani varcherà per l’ultima volta, prima del congedo finale, sono passati piedi di tutti i tipi. Da quelli di un figlio di un proletario socialista come me, a quelli del coraggioso pastore Banse o del Pastore De Petris, a tanti ex cattolici in cerca di un’alternativa anche all’epoca del volto dialogante del Cardinale Martini, per non parlare poi di ex avventisti anche della mia città, di curiosi, ecc. ecc. Perfino i piedi che indossavano gli stivali neri luccicanti delle truppe di occupazione nazista, durante il secondo conflitto mondiale… Non frequentavano solo il tempio tedesco cattolico. Sono proprio liberali, vero?
Milano e noi in particolare ci ricorderemo della sua iniziativa di caffè e coperte per l’inverno ai senzatetto della metropoli. Non ci era mai capitato di sostenere un pastore evangelico per un’iniziativa così densa di significato e testimonianza, come cristiani evangelici uniti al di là delle rispettive posizioni sulla questione ecclesiologica. Ma proprio su questo tema ci uniamo al messaggio di Vittorio Tozzini e di tantissimi altri riformati e luterani che Le hanno espresso solidarietà e un messaggio di saluto, anche per dire no alla “chiesa del dominio”, alle religioni delle bandiere,o peggio all’ufficio ecclesiastico del Consolato milanese di Berlino. E tutto ciò proprio sul bollettino parrocchiale… Noi siamo nati nel laboratorio cristiano di quella comunità. Siamo figli della provetta pluriconfessionale e della nostra ricerca di libertà nello Spirito di Gesù liberatore e guaritore dalle sovrastrutture.
Noi continueremo in ogni caso la nostra testimonianza a Milano e abbiamo bisogno a nostra volta anche dei suoi auguri. Perché se non diamo voce a queste persone firmatarie della lettera, di fatto isolate, non lo farà nessun altro. Non c’è proprio nessuna “Riforma” oggi nelle chiese.
Ci rifletta. E proprio come anche per Lei, non ci sarà nessun Consolato svizzero che esprimerà una pubblica opinione di dissenso. Qui siamo soltanto ribelli per amore del rabbi crocefisso e abbandonato. Prendiamo solo pedate e basta.
Una questione di piedi, insomma . A Berna hanno infatti accettato una pastora luterana ad interim!
Con stima
Maurizio Benazzi
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