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Grazie

Ecumenici esprime il proprio ringraziamento a tutti e tutte coloro che hanno inviato un messaggio di solidarietà in merito alla lettera di denuncia di Paolo Naso diffusa nei giorni scorsi.

La redazione di Protestantesimo – sollecitata per nostro tramite – dal giornalista Paolo Hutter ci ha informato che prevedono di mandare in onda la puntata con i due servizi : “Dopo Rosarno” e “Difendiamo la Costituzione”, il 18 aprile 2010  a campagna elettorale conclusa.

Un particolare ringraziamento anche al Partito Marxista-Leninista Italiano che ha emesso la nota qui sotto riportata. Non ci stupiamo affatto del silenzio dei partiti borghesi, che hanno contribuito per anni a creare l’attuale clima di paura verso l’immigrato soprattutto mediante il controllo della stampa e dei media: non hanno mai perso l’occasione per identificare il mostro di turno nei rom, nei mussulmani, nei cinesi,…

Il prossimo passo che si accingono a compiere  pare siano degli asili riservati ai soli bambini cristiani.

Che dire se non che Il dio dei razzisti è una mera alienazione politico-religiosa?


 

Il PMLI solidarizza con Paolo Naso, autore del servizio televisivo intitolato “Dopo Rosarno”, e con tutti gli ecumenici, mentre critica duramente la Rai per aver affossato tale servizio con la scusa che era in contrasto con le norme che regolano la campagna elettorale.
La realtà è che la Rai oscura le verità che smascherano le ingiustizie che genera il vigente regime capitalista e neofacista.
Denunceremo il sopruso antidemocratico e liberticida su “Il Bolscevico”.
Saluti militanti e anticapitalisti.

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Riceviamo e diffondiamo

Care amiche, cari amici,

vi scrivo a titolo personale per comunicarvi che il mio servizio televisivo intitolato “Dopo Rosarno” messo in palinsesto all’interno della puntata di Protestantesimo (RAIDUE) di domenica 21 febbraio (repliche il 22 ed il 1 marzo), non andrà in onda.

La ragione è che l’ufficio legale della RAI ha valutato il servizio in contrasto con la normativa vigente relativa alla programmazione televisiva nel corso della campagna elettorale. In particolare una norma ammonisce le rubriche non giornalistiche – Protestantesimo è rubrica religiosa – a non affrontare temi collegati o collegabili alla campagna elettorale.

Pertanto il mio servizio – a quanto mi dicono decisamente apprezzato per qualità giornalistica e capacità d’inchiesta da parte della stessa direzione di rete non è andato in onda perché affrontava un tema “politico”.

Precisazioni di rito: nel programma non appariva alcun politico né alcun candidato ad alcuna carica; non esprimevo giudizi politici né su temi locali né nazionali. Semplicemente facevo parlare alcune persone e mostravo alcune immagini della realtà di Rosarno di oggi.

Ad esempio quelle delle ruspe della protezione civile che “bonificavano” – ed ancora una volta le parole sono pietre – l’area dell’ex Opera Sila dove negli ultimi anni si sono concentrati migliaia di immigrati. Le telecamere mostravano gli oggetti di vita quotidiana di migliaia di braccianti africani – quelli che la cronaca solitamente definisce “clandestini” – gettati dalle finestre e raccolti da una pale meccanica. Pezzi di vita dissacrati e gettati in una discarica insieme a mille speranze.

Mostravo anche le immagini della rivolta disperata seguita a due sparatorie che avevano portato in ospedale alcuni braccianti africani: li chiamerò così per restituire con il lessico quella dignità che la società e la politica hanno tolto loro. Brutte e tristi immagini di violenza, di chi non sa più distinguere tra il mafioso e la vittima della mafia, tra il rosarnese democratico e civile e quello che imbraccia il fucile per “andare a sparare ai negri”. Come in Alabama negli anni ’30 e ’40.

Inoltre raccoglievo delle testimonianze: quella del rosarnese furioso con i media per l’immagine che avrebbero dato della sua città, che testimonia con Indulgenza razzista che in fin dei conti chi ha sparato lo ha fatto “soltanto con fucili ad aria compressa, a pallini…”.

Raccontavo ovviamente anche l’altra Rosarno, quella che ha paura di se stessa. delle sue pulsioni razziste e violente e che prova a costruire un altro rapporto con i braccianti neri: Giuseppe ha una storia dolorosa alle spalle e, forse proprio per questo, ha tentato la strada del dialogo e dell’amicizia con gli immigrati. “Con loro ho vissuto il più bel capodanno della mia vita” affermava di fronte alle telecamere. E mi mostra un video girato con il telefonino in cui balla, canta e prega in mezzo a centinaia di amici africani.

Raccontavo anche la solidarietà delle chiese evangeliche della Calabria e della Sicilia che seguivano gli africani quando erano a Rosarno e cercano di farlo ancora oggi mentre sono in temporanea diaspora: da Siracusa ad Amsterdam, da Roma a Bergamo.

Il documentario proponeva anche le considerazioni tecniche di una sindacalista e di un economista – Tonino Perna – i quali descrivevano il sistema di sfruttamento della manodopera immigrata: 20-25 euro al giorno al meglio, senza contributi né assicurazioni. Un sistema – spiegava Perna – che si potrebbe trasformare, come ad esempio è accaduto nella vicina Riace, costruendo cooperative di consumo, accorciando la filiera dei passaggi di intermediazione, migliorando il prodotto ed aprendo nuovi mercati.

Un’altra Rosarno, insomma, è possibile. E “dopo Rosarno” non c’è solo violenza e disperazione ma anche un impegno e una speranza. Lo spiegava con parole teologicamente molto intense il pastore Aquilante, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. E proprio per questo il 17 febbraio, ricordando le libertà civili concesse da Carlo Alberto ai valdesi, gli evangelici italiani hanno riflettuto anche di Rosarno, di quello che è successo e del futuro che si può provare a costruire.

Non so che cosa questo c’entri con le imminenti elezioni. Di Rosarno – ormai metafora de un’Italia incapace di gestire le immigrazioni – nessuno vuole parlare. So che la rubrica cattolica “A sua immagine”, solo qualche giorno fa era incappata nella stessa norma ma alla fine, grazie a un intervento del Quirinale, il servizio era andato in onda ugualmente. Protestantesimo ovviamente non ha analoghi sostegni istituzionali.

Concludento: il mio servizio voleva buttare un piccolo fascio di luce su questa realtà. Ma nell’Italia di oggi anche pochi minuti di una rubrica religiosa nascosta nelle pieghe più remote del palinsesto televisivo desta sospetti e si espone alle censure di chi controlla culturalmente e politicamente il sistema della comunicazione. Questa è l’Italia di oggi. Ed allora meglio guardare Sanremo ed abbandonarsi alle nostalgie patriottico nazionalistiche di Emanuele Filiberto. E tra poco ricomincia l’Isola dei famosi. Allegria! avrebbe detto il grande Mike.

Un caro saluto,

Paolo Naso

Quando posso seguo “Protestantesimo” da anni, da cattolico fortemente simpatizzante della realtà protestante italiana. Rimpiango che non ci sia in Italia un bravo 15% di protestanti con cui confrontarsi e magari ogni tanto scontrarsi, ma per poi sempre proseguire nella fede e nella dialettica un cammino comune. La Rai ha relegato la bella rubrica nelle ore più nascoste, privandoci di ottime opportunità di conoscenza e di dialogo.

Auguri per la puntata su Rosarno, cittadina che io conosco come la più triste che abbia mai visitato, ma che nasconde, come leggo, anche storie di grande umanità. Speriamo venga riproposta.

Vincenzo Tedesco

Chieri, Piemonte

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Caro Vincenzo,

ti ringrazio del messaggio; mi limito a esprimere una solidarietà sia a protestantesimo che a sorgente di vita, relegate in orari da sonnanbuli.

Non pensare che siano comunque tutte rose e fiori oltre il tuo giardino non particolarmente felice di questi tempi. Noi di Ecumenici siamo stati sempre ignorati dall’Agenzia di stampa NEV anche quando gravitavamo nell’orbita delle chiese storiche protestanti.

Ad esempio in occasione del congresso Sufi in cui presentavamo un’ importante relazione di aggiornamento del dialogo cristiano islamico a livello Europeo.

Chissà se il prof Naso apprende qualche cosa da questa lezione che gli ha impartito un suo ex studente…

Nel caso concreto poi di Rosarno, il regime necessita una risposta politica su cui dobbiamo seriamente riflettere. Anche se temo che dovremo andare a votare turandoci il naso. In lombardia e nel lazio, sia pure per ragioni diverse…

Ma non ti nascondo che la tentazione dell’astensione è forte

Con amicizia e in fraternità

Maurizio Benazzi

Legnano

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Questo fatto merita una grande diffusione

Lo pubblico sulla mia bacheca

Daniela Agostini

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Ciao e grazie per la tua opera di divulgazione di notizie interessanti e, tutto sommato, di speranza.

sai se è possibile scaricare/vedere da qualche parte il servizio di cui si parla in questo messaggio? e se sia possibile organizzare qualche proiezione pubblica, magari con il regista?

ancora grazie e un @bbraccio,

Lia Didero

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Salve.
Vi chiediamo autorizzazione a pubblicare sulle pagine della ns rivista on line Fuoriregistro la denuncia di Paolo Naso.
Ringraziandovi
la Redazione

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“Esprimo piena solidrietà a Paolo Naso e vi chiedo di sponsorizzare il sito

con cordialità.

Giovanni Bianco

www.ideesocietacivile.it

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Una Bibbia quale segno di condivisione

Ecumenici offre in questa settimana a chi ne fa semplice richiesta in redazione e solo ai suoi lettori a titolo gratuito il testo della Bibbia. L’esperienza già fatta nello scorso Natale ci ha dimostrato che purtroppo non in tutte le case è presente il testo di maggior riferimento delle nostre discussioni e scritti.

E’ un modo per sperimentare insieme la condivisione delle Scritture, anche in vista dell’apertura alle altre culture e alle altre religioni. Le richieste saranno raccolte fino a domenica prossima e sono indirizzate a coloro che non posseggono già il testo. Trattasi della versione Nuova Riveduta che contrariamente ai testi cattolici in commercio, è conforme anche al canone ebraico, per il primo testamento.

Sul tuo comodino può esserci ora un testo di preghiera e di studio che ti accompagna. Per altri uno strumento di analisi e di critica, col quale è necessario sempre confrontarsi.

La consegna dei libri sarà comunicata in un secondo momento, appena avremo spedito l’ordine.

Buona lettura della Bibbia ai cristiani, agli ebrei, agli islamici, ai buddisti e ai non credenti.

Maurizio Benazzi

Nel frattempo Ecumenici vi invita a firmare la petizione nazionale di www.nonaverpaura.org  – La Pasqua deve iniziare dal tuo cuore e dalla tua mente: il resto lo fa lo Spirito Santo per allontanarti dal male e dalle strumentalizzazioni politiche contro gli immigrati e i migranti.

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Enigma Čajkovskij

Ecumenici pur trovandosi perfettamente d’accordo con diversi appelli che circolano in rete (in primis quello sostenuto anche da Giuliano Falco e dal suo frizzante blog) per esperienza ormai quasi decennale non darà informazioni in tal senso: sono state molte le lamentele di nostri lettori e lettrici che si sono visti invadere la cassetta postale con posta indesiderata dai più disparati gruppi.

Nessuna cessione di indirizzi è stata fatta in passato né verrà fatta a terzi in futuro del nostro data base. Segnaliamo semmai che l’adesione a eventuali appelli sulla rete vi pone nel rischio di incorrere al fenomeno di spamming e/o all’utilizzo improprio degli indirizzi elettronici raccolti durante le petizioni stesse.

La petizione serve solamente se indirizzata direttamente alla Presidenza del Consiglio, al Ministero della salute, al Ministro degli interni qualora si voglia protestare contro l’abolizione delle cure primarie ed essenziali agli immigrati sprovvisti di permesso di soggiorno, compresi i bambini.

Siamo certi di interpretare gli auspici di tutti.


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Noi, cattolici contrari al crocifisso nei luoghi pubblici

Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato stampa delle Comunità Cristiane di Base.

Se una persona, un qualsiasi “povero cristo”, chiede giustizia di fronte a quella che lui sente come una prevaricazione religiosa e confessionale, di fronte cioè all’esibizione del crocifisso negli edifici pubblici, gli organismi dello Stato non possono mettere su un piatto della bilancia la solitudine di quel povero cristo e sull’altro piatto il peso della “stragrande maggioranza” accomunata da una appartenenza religiosa. Devono decidere in base ad altri criteri, quelli del diritto uguale per tutti e quello dell’interesse pubblico.

Questa è laicità.

E’ ciò che ha fatto il giudice spagnolo del tribunale di Valladolid Alejandro Valentin ordinando a una scuola pubblica della città settentrionale di rimuovere i crocifissi affissi alle pareti, malgrado la posizione contraria del consiglio scolastico.

Sono tanti e qualificati i cattolici critici verso l’ostensione pubblica della croce. E non da oggi. Facciamo qualche esempio.

Don Milani, ora in odore di santità, aveva tolto il crocifisso dalla scuola di Barbiana.

Il cattolico senatore Mario Gozzini, promotore della legge che umanizza la carcerazione, nel 1988 scrisse sull’Unità due forti articoli di critica verso i difensori dell’ostensione pubblica della croce.

E oggi sono tante le esperienze di fede cristiana aperte al globalismo dei diritti e alla pace: le comunità di base, tante oscure parrocchie e associazioni cattoliche e confessioni protestanti che condividono la scelta del giudice spagnolo.

Il problema è che il sistema dei media non ne dà notizia, anche se non è mai troppo tardi.

 

La Segreteria Tecnica Nazionale delle CdB italiane

(Fonte: Micromega)

  

Ad Ecumenici non è sfuggito – durante l’ultimo incontro degli omosessuali credenti di Milano – l’invito proveniente dalla base cattolica degli iscritti all’associazione Il Guado a trasformarsi in gruppo interconfessionale ed ecumenico. Se il Guado deciderà di togliere dalle pareti simboli religiosi e in primis la croce non mancherà l’iscrizione nel 2009 del sottoscritto.

Maurizio Benazzi

 

Sabato 6 Dicembre – Ore 17.00 – Sede di Via Soperga 36 – Milano
Enigma Čajkovskij

Percorso multimediale nella vita e nell’opera di un grande musicista dell’Ottocento.
 

 musica

Čajkovskij ha lasciato una grande quantità di scritti, di lettere e di diari: la sua sensibilità si esprimeva sugli spartiti così come la sua intelligenza e la sua interiorità trovavano spazio sulla carta. Leggendo queste pagine si scopre moltissimo del suo carattere e non si può fare a meno di notare come nella musica egli abbia trovato il miglior modo per esprimerlo: in questa maniera, le composizioni di Čajkovskij si rivelano ancora più interessanti e imponenti nel loro significato. Certo, egli non amava essere conosciuto dalla gente nella sua intimità e nella sua sottile psicologia interiore, ma tuttavia possiamo considerare questo sgarbo nei suoi confronti come una necessità, affinché la sua musica possa dare realmente “conforto e sostegno” alla maggior parte di persone.
I suoi scritti «offrono l’opportunità di mostrare Čajkovskij per quello che realmente era, con tutti i suoi difetti. La figura del compositore non ne soffre in alcun modo; anzi, ci troviamo di fronte al ritratto completo di un uomo di grande fascino e sensibilità spirituale, un uomo dall’intelligenza multiforme e dai molteplici interessi. La ricchezza del suo carattere, la sua gentilezza, la sua modestia, il suo amore per i bambini e per la natura non possono suscitare altro che la nostra più calda simpatia. Ciò che Čajkovskij soffrì a causa della sua omosessualità certamente non suscita né disprezzo, né censura, ma piuttosto una profonda compassione e pietà. La tendenza all’isolamento che sentiva come una disgrazia e come qualcosa di vergognoso, gli sforzi per vincere la sua natura, per essere come tutti gli altri, il suo tragico matrimonio e la crisi conseguente» se giudicati senza pregiudizi rendono la giusta chiarezza alla musica di Čajkovskij. «C’erano profonde radici psicologiche e fisiologiche per la visione del mondo tragica ed intensamente personale di Čajkovskij, per la sua disarmonia spirituale. Senza la conoscienza di quest’aspetto della vita del compositore è impossibile determinare l’origine di quell’angosciosa, trepidante ricerca della felicità irraggiungibile che caratterizza la sua trattazione musicale dell’amore. Nessun altro compositore dà ai suoi sentimenti tale espressione sublime» Alexandra Orlova, Čajkovskij. A self-portrait., pagg. XIV-XV, Oxford University Press, New York, 1990.
 
 
Con Michelangelo Cannizzaro, autore, tra l’altro, del ritratto che riportiamo sopra, cercheremo di approfondire il bellissimo profilo di Čajkovskij delineato nelle righe precedenti da Alexandra Orlova. In particolare, attraverso l’ascolto di alcuni sue composizioni, cercheremo di scoprire come la sua omosessualità ha saputo dare profondita’ e pathos alla sua produzione artistica.

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Sinodo valdese: cultura teologica e presenza pastorale femminile

 

 

Non ha lasciato margini di equivoci la predicazione odierna del pastore Paolo Ribet su Deuteronomio 6,4-9:

 

cultura teologica e donne pastore sono il biglietto da visita del popolo protestante. E l’immagine di questo popolo, che non si limita più alle valli piemontesi, si concretizza allorquando sia all’interno del Tempio (stracolmo di persone in ogni ordine di posto) che all’esterno, nel giardino, si levano le mani in alto per accompagnare la discesa dello Spirito santo sulle tre giovani donne pastore consacrate oggi. Giuseppina Bagnato, Joylin Galapon e Caterina Griffante sono emozionate ma non troppo. Hanno già sottoscritto l’antica confessione di fede del 1655.

Nel Sermone perfino una citazione di Benedetto XVI e il valore del confronto non solo con le realtà cristiane ma anche con le altre Fedi viventi. Tutti, o quasi, sperano nelle parole del pastore allorquando si auspica un confronto serrato e perfino duro sul piano teologico in merito alle tematiche all’ordine del giorno, fermo restando il clima di fraternità dell’Assemblea. Sembra quasi di vivere fuori del mondo di plastica a cui siamo ormai abituati dai media di regime. Dove tutto e’ concordato e il copione è già scritto in favore di miracoli e delle icone dell’idolatria c.d. popolare. A partire da Padre Pio, citato dallo stesso Ribet.

Sono posti all’attenzione dei ministri della parola e di tutti i laici convenuti al Tempio la questione del testamento biologico, col caso di Eluana Englaro,  e il grido di dolore degli immigrati in balia delle onde nel canale di Sicilia. Sono in realtà molti altri i nodi da sciogliere. In primis la militarizzazione del territorio nazionale, i diritti civili, le politiche di pace, la povertà nel mondo ma anche in Italia. Hanno partecipato al culto anche diversi ospiti italiani e stranieri, rappresentanti di diverse chiese evangeliche ed organismi ecumenici dell’Europa e degli USA.

Fuori dal Centro culturale valdese – tra l’altro –  una banda di trombettieri della chiesa evangelica del Baden (Germania) suona “Lode all’Altissimo” e molte altre musiche della Riforma. Le persone si fermano ad applaudirli. Domani, in ogni caso, occorre mettersi al lavoro per ascoltare il grido di Dio rivolto non solo a Israele ma a tutti, ciascuno con le proprie responsabilità.

E il compito non è certo semplice. Ma chi ha quasi un millennio di storia può forse farsi intimorire dalle sfide dei tempi? Può permettersi di lasciare il campo a forze evangeliche che vietano la preghiera alle donne nei templi (come capita spesso di constatare nei “Fratelli”), all’isterismo dei fanatici che pensano di disporre, quasi come fosse una proprietà privata, lo Spirito Santo o a lasciare il monopolio del dibattito pubblico agli affaristi conservatori di Comunione e liberazione?

I valdesi partono – a ben vedere – con una mossa di vantaggio: il loro popolo mastica teologia più che le sacrestie del potere. Per un cristiano è tutto quello che gli occorre per poter dire ancora che “la luce brilla nelle tenebre”.  Il compito sta ora ai Sinodali capire dove Dio ha urlato e non è stato capito. Spesso nemmeno dagli stessi cristiani… la Parola non può mai essere incatenata!

 

E lo Spirito ha soffiato. Eccome!

 

Il sito ufficiale che segue l’evento è a questo link http://www.chiesavaldese.org/pages/archivi/evidenza_commenti.php?scelta=comunicati

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La croce rossa e il CPT di Torino

Riceviamo tramite Marisa Ghiano marisaghiano@yahoo.it da Valsusa antirazzista valsusa.antirazzista@gmail.com  il seguente messaggio, con l’invito di Alberto a boicottare la CROCE ROSSA. Alberto chiede espressamente “a tutti i volontari di abbandonare questo organismo che si rivela come il braccio (in)civile della repressione razzista” e scrive “Basta contributi alla CRI”

 

Ecumenici diffonde da oggi le denuncie che non si presentano come anonime e che hanno ben definito il nome e cognome del mittente o dell’Associazione oltre all’indirizzo di posta elettronica in uso. Non possiamo far finta di non sapere ma nemmeno di coloro che tacciano perché fisicamente non presenti sul posto. Chi ci scrive si assume le sue responsabilità altrimenti è preferibile che taccia. Anche i recenti pestaggi dopo lo sgombero del Duomo di Napoli (documentati da un video diffuso via web – perfino per qualche ora – anche dal Corriere) mostrano semmai che la questione immigrati non può gestirla la chiesa cattolica romana. Troppo indaffarata nella gestione del potere. Il suo.

Noi semplicemente abbiamo invece il tempo per occuparcene. E continuiamo a fare.

 

 

Cpt Torino: Sciopero della fame-mancato soccorso
Continuano le telefonate all’interno dal cpt. I detenuti sono esasperati e si stanno rivoltando contro le violenze che subiscono quotidianamente.

In seguito alle lamentele di molti mussulmani reclusi, di non volere mangiare carne di maiale, ieri sera gli hanno portato da mangiare solo ed unicamente carne di maiale deridendoli. Quasi tutti hanno gettato il piatto ed anche oggi hanno rifiutato il cibo. I detenuti hanno comunque raccontato che  -come succede anche in carcere- una cosa che succede spesso è che gli portano carne di maiale, gli dicono che è carne di altri animali e dopo che loro hanno mangiato li torturano psicologicamente dicendogli la verità.
In più, ieri un ragazzo si è sentito male, aveva la febbre alta e solo questa mattina i volontari della cri lo hanno portato in infermeria ma, anziché portarlo in ospedale, gli hanno dato una pastiglia e lo hanno riportato in cella. Ora il ragazzo dorme e continua a tremare, molto probabilmente gli hanno somministrato solo un calmante quindi rischia di aggravarsi molto.
Continuiamo ad esprimere il nostro dissenso telefonando al cpt e alla croce rossa di torino e di fare tutto ciò che ritenete opportuno e possibile per denunciare lo schifo che accade dietro a quelle mura!!
HANNO BISOGNO DELLA NOSTRA SOLIDARIETA’ E DI TUTTO IL NOSTRO APPOGGIO!

Centralino del CPT (011.5588778-  011.5589815)

Croce Rossa provinciale: via Bologna 171 – tel. 0112445497 – fax 0112475012 – e-mail: cr.piemonte@cri.it
Croce Rossa militare: 011.8959719

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